Come ogni anno, l’autunno è arrivato, anche se un poco in ritardo.
Il caldo di questa estate ha condizionato non poco l’attività dei predatori sotto costa, e l’abbondante presenza dei tonni non ha contribuito positivamente alla fase piscatoria.
Anche se mancano due settimane, giorno più giorno meno, alla chiusura dei giochi, vorrei condividere con voi qualche cattura delle nostre colorate amiche, effettuata nel mese di Settembre.
Pescare le lampughe da terra, anche se può sembrare una pesca facile, vista l’apparente frenesia con la quale attaccano le nostre esche, non lo è per niente, almeno qui nel Sud Sardegna.
E’ una pesca di ricerca, di giornate passate dall’alba all’ora di pranzo sotto il sole, cercando di attirarle utilizzando esche di superficie, aspettando impazienti le prime bollate a galla.
Le prime, come da copione, sono piccole e voraci, solitamente escono all’alba, per poi stufarsi subito durante la giornata, nella quale è necessario trovare il modo di stimolarle per continuare a pescarle :
L’attrezzatura usata, per quanto mi riguarda, è un mulinello 2500 caricato con treccia da 8 libbre e FC 0,30, di solito abbinata a due canne molto sensibili, entrambe GLX vecchia produzione G Loomis.
Come disse un amico una volta : “pescare le lampughe con la GLX è come ricevere scosse elettriche ad ogni attacco”.
Le esche utilizzate variano a seconda della situazione, ma io vado molto a sensazione : i piccoli WTD mi fanno impazzire, particolarmente a piatta.
Le continue bollate a galla sono spettacolari, con allamate e salti fuori dall’acqua :
Alla fine, una scogliera con una buona batimetrica e la presenza di minutaglia, secondo me, sono i fattori principali da tenere in considerazione.
Anche se a volte, il terreno di caccia delle lampughe è condiviso con altri predatori, e sono frequenti le catture di altre specie :
I WTD a volte fanno la differenza, mentre altre vengono seguiti senza troppa considerazione. E qui che entra in gioco il “trovare il bandolo della matassa”, scoprire su cosa le nostre colorate amiche sono interessate a mangiare.
Chiaramente, sarebbe troppo semplice agganciare uno shoreline al moschettone.
Chi si cimenta in questa pesca sà quanto sia bella la sensazione della botta in canna a jig, per cui mi sono auto imposto “O a jig o a Walking, oppure niente!”.
La fortuna ancora una volta è stata dalla mia parte :
Però, come precedentemente detto prima, la lampuga è un pesce che si stufa in fretta.
E si passa ad avere molte allamate in pochi secondi a non vederle più per ore. Meno male che qualcuna ogni tanto si presta a fare qualche foto :
Bisogna stare molto attenti nello slamarle, personalmente preferisco farle stancare in acqua per poi avvicinarle per poche foto, utilizzare il bogagrip e rilasciarle direttamente in mare.
Tendono a essere frenetiche una volta tirate fuori dall’acqua, per cui, molta attenzione e cura nel salpaggio, per poi ottenere un più corretto rilascio.
Capita, a volte, di pescare in spot in cui è difficile destreggiarsi, per cui non sempre si riesce a compiere operazioni di questo tipo.
Anche la lampuga in foto (sotto), ha avuto uno sfortunato incontro con una roccia nello essere salpata.
Visti i colori meravigliosi di questo splendido predatore, è consigliabile fare le foto direttamente con la preda in acqua, perchè una volta fuori tende a perdere velocemente la colorata livrea.
Ragazzi cerchiamo di rilasciare tutti gli esemplari, o di trattenere solo quelli irrimediabilmente feriti, sono pesci che, una volta in frenesia, sono semplici da fregare ed essere potenziali vittime di stragi.
Be careful….!
Alla prossima….
Matteo