Non è la giornata giusta, se alle scarpe da pesca non abbini un paio di calze alte al ginocchio. Con le calze in pendant con le scarpe, ora posso affrontare qualsiasi combattimento.
Finalmente ritorno alla scogliera, poche uscite, ma fortunatamente piene e dedicate esclusivamente alla pesca alle lampughe. Ed affermo di essermi divertito, come ogni anno che si rispetti.
Chiaramente premetto di riandarci appena posso, perché questo anno è veramente pieno dappertutto.
Diciamo che sono stato piacevolmente sorpreso dalle condizioni in cui le ho agganciate, seppur sia vero che sono pesci che non lesinano l’attacco, è altrettanto vero che sono lunatiche e dispotiche, ed a volte non basta un calendario per spronare dio a fare di meglio, ergo ad attaccare le nostre esche.
Verso la metà di Settembre, l’alba diventa una costante, alla costante alla ricerca di qualche bel barracuda e delle ricciole, battendo scogliere che possiedono una batimetrica importante, peculiarità che piace anche alla lampuga.
Infatti, in una di queste giornate assieme all’amico Simone, le abbiamo viste arrivare veloci come lampi, ed altrettanto velocemente hanno attaccato le nostre esche.
Ancora una volta la differenza l’hanno fatta i piccoli jig. Specifico, che dopo la foto sono tornate in acqua alla velocità della luce.
Saremo potuti rimanere tutta la mattina a pescarle, ma dopo due lampughe a testa, abbiamo chiuso tutto e abbiamo deciso di tornare a casa.
Vi è un episodio degno di nota, da raccontare assolutamente. Appena ho agganciato la prima lampuga, le altre sono venute dietro, non so per quale motivo lo facciano, forse un comportamento dettato dalla frenesia alimentare, ma in linea di massima capita spessissimo.
Il problema, è che questa volta assieme alle lampughe, dietro al pesce incannato c’era una leccia amia, stimata da Simone sulla decina di kg. Ho sperato con tutto il cuore che non braccasse il pesce in canna, perché stavo pescando leggero e avrebbe fatto di certo danni se avesse attaccato, oltre la lampuga, anche l’esca con la quale era agganciata.
Fortunatamente è andato tutto per il meglio.
La seconda giornata, invece, è stata strabiliante.
Avviso l’amico Daniele (Sepclo) dell’imminente scaduta di vento di maestrale. In pochi minuti organizziamo l’uscita per il giorno successivo, pronti a fare l’alba in spiaggia alla ricerca di pesci serra e spigole, e valutare le condizioni del mare per le successive ore da passare a pesca.
Appuntamento fisso al bar, si carica in macchina l’attrezzatura e si parte. In viaggio verso lo spot, ci accorgiamo che il mare non è esattamente come da previsioni : risulta già in scaduta avanzata, circa un metro d’onda.
Però una volta arrivati, le condizioni del mare sembrano buone e c’è una leggera brezza che lo tiene gonfio. Dopo pochi lanci una spigola esplode sul popper, ciccandolo di poco. Si continua a pescare, e Daniele vede la sua saponetta volare fuori dall’acqua per l’attacco di un serra.
Continuiamo a battere, il mare lo consente pagando dazio con qualche onda che ci bagna da testa a piedi, ma viste le temperature asciughiamo in fretta. In sole comincia a fare capolino sopra le nostre teste, e nel momento in cui il mio popper è arrivato a fine corsa, da sotto una pietra esce una spigola che con uno scatto fulmineo mi coglie impreparato. Agganciata per un solo ardiglione dell’ancoretta, basteranno due testate fuori dall’acqua per conquistarsi la libertà.
Sarebbe stata liberata comunque, dopo una bella foto. Ma va bene lo stesso.
Il mare sembra essere sceso, e sulla strada del ritorno, optiamo per una punta rocciosa di contorno ad una spiaggia. Il tempo di una sigaretta, e siamo già sullo spot. Diciamo che con mare leggermente mosso, mi è capitato poche volte di agganciare le lampughe, però nella pesca c’è sempre tempo per essere smentiti.
Infatti, monto un popper, e al secondo lancio si scatena il finimondo. Molte lampughe, parecchio incavolate. La prima fa sci nautico e dopo una foto velocissima torna in acqua.
La seconda, agganciata con un piccolo JIG, sembra essere più combattiva, invece la taglia si dimostra uguale a quella precedente.
Poi è il turno di Daniele, che con un esca semi affondante, aggancia la prima brasiliana di questo anno. Auguroni amico mio!
Si continua a pescare, rilasciando tutti i pesci alla velocità della luce. Il tempo di una foto e via in acqua.
Quando capitano queste giornate, bisogna stare attenti a non farsi prendere dalla stessa frenesia delle lampughe.
Agganciare molti pesci è soddisfacente, ma ritengo che una volta timbrato il cartellino con qualche strike, sia il momento di abbandonare la postazione, onde evitare spiacevoli eventi tipo il divorzio perché si è perso di vista l’orario.
Questa agganciata per un fianco, sembrava molto più grande di quello effettivamente fosse. La taglia, per essere metà Settembre, è divertente.
Contestualmente alle lampughe, anche alcune ricciolette hanno attaccato l’esca. Piccole, ma decise. Avrei preferito agganciare la mamma.
Per essere stato qualche mese lontano dalle scogliere, posso dire di essere soddisfatto delle belle giornate passate insieme agli amici.
Alla prossima!
Matte