Come potevamo perderci gli ultimi sprazzi di questi bellissimi predatori?
La tentazione era troppo forte. Quindi, presi accordi con il compare Omar, si decide di battere un tratto di costa dove la presenza delle brasiliane, in questo periodo, dovrebbe essere certa.
Ci si incontra verso le 4, con facce non proprio raccomandabili per colpa del sonno, e caricata l’attrezzatura in macchina, siamo pronti per partire. Dopo un’oretta di macchina lo spot, ancora a buio, si presenta come una tavola, sembra olio, e tra me e me penso “la giornata perfetta per le lampughe!”.
Facciamo due lanci ed incanno un piccolo barracuda, sfortunatamente subito slamato. Ma il silenzio della notte viene interrotto da alcuni colpi sordi che provengono dalla nostra destra….ci guardiamo e aspettiamo….altri colpi sordi….
Lentamente fa luce e ci accorgiamo che una barca, con le reti praticamente sotto costa, stava battendo con un secchio all’interno del raggio della rete, evidentemente per far fuggire gli ultimi pesciolini prima dell’alba e fregarli nella strette maglie dell’imbroglio.
L’imbarcazione termina di battere il secchio a destra e si dirige alla nostra sinistra….la cosa si ripete….Omar mi guarda e sbotta “Bè, io posso anche smettere di pescare!”.
Nel mentre, spunta il sole sopra le nostre teste, ed un secondo pescatore piazza delle nasse a cento metri da noi…”vabbè….altro?” ci chiediamo sbigottiti.
Si, proprio così, due sub si piazzano davanti a noi. Avremo potuto benissimo andarcene alle 7 del mattino.
Avremo. Ma la voglia di pescare era troppa. Per cui cominciamo a battere con popperoni, confidando nel fatto che la lampuga è un pesce abbastanza spavaldo.
Pochi lanci ed ecco una bellissima riccioletta su un MMT 190,subito rilasciata :
Omar continua a popperare, e l’insistenza dei suoi lanci attira le nostre amate brasiliane : da sinistra verso destra con salti bellissimi attaccano il popper a ripetizione, se ne slama una e se ne aggancia un altra, mentre io, con un piccolo jig Damiki da 15 grammi, ne incanno una che mi farà penare, con salti e fughe degni della nomea delle lampughe.
La GLX si piega e la frizione parte, consapevole che con il 10 libbre non posso forzare più di tanto il pesce.
Due salti spettacolari mi fanno gelare il sangue, ma la ferrata è stata decisa, il jig è ben piantato nella bocca del pesce e le ancorette sono solide.
Un bel combattimento coronato con una foto :
Si presenta bellissima nei suoi colori così particolari per i nostri mari, la libertà è stra-meritata :
Il pesce di Omar è allamato su un fianco, si dimena parecchio, al contrario della mia, stremata dall’inevitabile lungo combattimento a causa dei fili così ridotti, ma in definitiva è stato meglio, poichè al momento del salpaggio non ha fatto un salto.
La lampuga di Omar, al momento della foto, prende dei colori bellissimi : prima di schiarirsi, diventa di un blu accesso nella parte superiore del corpo :
Il rilascio è stato provato, ma un ancoretta è penetrata a fondo nella carne. Questi sono i problemi dell’attirare le lampughe con esche voluminose : i piccoli artificiali (jig o wtd, armati solitamente con piccole ancorette o ami singoli) tendono, in buona percentuale, a infliggere meno danni di esche voluminose.
Questa è venuta via con Omar, ma vista la sua percentuale di rilasci, non sarà un danno insostenibile per il mare.
Tempo qualche minuto, e tornano alla carica, ma sono poco interessate alle nostre esche, diversamente da come avevano fatto all’alba. Ne allamo una con un piccolo jig recuperato velocemente sotto il pelo dell’acqua, mentre Omar con un WTD la slama sotto i piedi.
Chiaramente, giusto una foto e poi via in libertà :
E stata una mattinata veramente divertente, alle 9 eravamo già pronti per tornare a casa.
E inutile martellare troppo, una volta che ci regalano qualche emozione, è giusto lasciarle in pace. Credo che sia anche questo il rispetto verso il mare ed i suoi abitanti.
Ringrazio Omar per la sempre ottima compagnia.
Alla prossima!
Matteo
che belle!!
Grazie 🙂